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Nelle lamiere ancora intere Printable Version PRINTABLE VERSION
by Lorenzo Ramadoro, Italy May 29, 2007
Media   Short Stories

  

Stesi lì, su di un manto stradale, l’auto adagiata sul ventre. Il freddo umido del suolo a permeargli la carcassa. Dentro questa bestia in riposo. In bocca tanto tempo spalmato crudo sulla nottata. Parlo dei miei sogni e tu del tuo mondo. E mi spuntano memorie della Spagna e della principessina nel mia casa in Iglesia.
Accennato ricordo di un viso tondo e vestiti strambi. Quelle sue lunghe maniche a penzolare, una patina d’antiquata eleganza nel corpulento gambo di un germoglio in fiore. Il suo fare altezzoso che il tempo ha smussato.
E mi travolgono forme passate, spiagge verdi con alberi a scagliarsi in contrapposizione di nubi purpuree. Disegni di giardini nei cieli del paradiso terreno. Quei momenti su cui ci si riposa con gioia, in cui ero al fianco di una biondina smarritasi in altro paese.
Nel perdersi si esplicita il senso del termine di una relazione.
Stare lontani dal mondo vale più, va oltre; un tamburellarsi di sensazioni. Poche parole con l’eco di una gran cassa. Ancora l’Assoluta Terrificante Fenditura ci separa; si attenua,
cercare d’appagare la luce dell’anima. Di essere più in uno. Tutti dentro. Costretti a sorreggerci alle forze, agli appigli di altri. In questo si allaccia Samael alla coda del serpente boro, e si schiude il circolo. La scorribanda inizia ad assumere una consistenza. Mobilità di un caos circolare.
Stare senza m’incupisce, appiattisce d’uguale.
Snellisco il pensiero di fronte alla bella dama,
così lontana alle strisce di marchi tappezzate sui culi. Graziosa nell’incavo dei suoi seni, coperta di sguardi a causa del suo astruso e amabile vestire. Una punta di egocentrismo e d’orgoglio, Senza non saresti uguale.
Bisognerebbe risiedere al centro distraendo l’attenzione da se stessi. Sentirsi convergere da gorghi di parole. Stare e ascoltare.

Questa è un’altra, tu sei altra adesso. Siamo soli tra le lamiere di una stanza solo nostra. L’amore non ci viene neppure a sfiorare, stiamo lì per l’abbisogno di culle, di mani a dondolare…. Ci mostriamo le stelline ciondolanti afferrando la cometa dell’altro. Passi di vita imbevuta di nostalgia e tenerezze. Siamo e non possiamo evitare di esplicitare all’altro, nemmeno l’alba incombente può privarci di un lasso di tempo.
Circondati, le isole si accostano e sembra abbassarsi l’oceano, riaffiorare il mondo. Strimpelli accordi di parole col sottofondo di un silenzio assenso nei miei occhi. Raccordi di vite ancora imbrigliate, tangenze tentennando a divenire. E noi pretendiamo di cambiare il preordinato percorso, e si può o almeno ci si crede.
Ci siamo incontrati e non potevo immaginare di sorvolare sulle stesse ellissi escogitate da Altre.

Mentre prima, ero in casa a riordinare le idee di uno scrittore incasinato, nel ruolo del lettore. Una prospettiva delle mie molte “sfaccettate”…

Il tempo stringe piccola, storiella nella quale non son riuscito a far rientrare le parole da dire.

Il mio augurio per di una vita ridente; schiarire, con la limpidezza delle persone che si aprono breccia fendendo il mio spiritello indisposto.





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Writer Profile
Lorenzo Ramadoro


Mi piace pernsare che l'immaginazione possa cabiare la realtà. C'è della magia in questa nostra capacità di fantasticare, c'è della magia, seppure pare un iscorso fanciullesco. Leggendo il libro di " Franceschini- Avevo vent'anni" (esperienze del Collettivo Studentesco di Bologna del '77). Credo vada recuperato un po' di quell'incoscienza, quel profondo senso sociale legato all'intimità delle singole persone. Quel modo di stare assieme.
FAccio parte di un gruppo artistico giovanile e sono ideatore e curatore di due rubriche di un giornale locale della mia città (vedi siti sottostanti).
Scrivo racconti e poesie sul genere FANTASTICO UMANISTICO, ne lascio alcuni nella sezione Panorama, per chi fosse incouriosito. A settembre/ottobre uscirà la mia prima raccolta pubblicata da Il Filo editore (lo trovate on line).
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